Poiché la congregazione generale nei prossimi giorni avrà il compito di individuare le persone che formeranno il governo della Compagnia, in questi primi giorni della fase “ad negotia”, l’argomento di riflessione è incentrato sulla struttura del governo centrale della Compagnia. Diversi contributi sono stati offerti ai delegati per permettere loro di riflettere sull’attuale configurazione della curia generale.
In particolare, è stato ripercorso lo sviluppo storico della figura degli assistenti e l’impegnativo lavoro nell’identificare la loro attuale job-description. Quattro congregazioni generali (GC1, GC31, GC34, GC35) hanno riflettuto e definito il ruolo degli assistenti.
Attualmente nel governo si distinguono gli assistenti ad providentiam e gli assistenti regionali. Gli assistenti ad providentiam sono quattro e si occupano del generale, del suo stile di vita, della sua salute, del suo modo di governare, affinchè possa esercitare bene il suo servizio di leadership. Gli assistenti regionali assistono il generale sul governo universale, considerando i loro campi specifici (geografico, tematico, etc). Insieme costituiscono il consiglio del generale. Lo sforzo di rinnovamento della curia in questi ultimi anni è stato portato avanti tenendo presente che Ignazio stesso invitava a stare attenti che il governo centrale non diventasse un ufficio di burocrazia, bensì mantenesse la consapevolezza di essere un mezzo per far crescere il corpo della Compagnia al servizio di Dio e della Chiesa.
Un altro argomento di discussione è stata la situazione delle conferenze nel mondo. Diversi aspetti sono stati presi in considerazione: l’enorme diversità di conformazione dovuta alle differenti origini storiche, la relazione tra esse, la connessione con il governo centrale, la relazione con le Province. Attualmente ci sono 5 conferenze nel mondo: Africa e Madagascar, Asia Pacifico, Asia del Sud, Europa, Nord America, America Latina.
Per avere un orientamento più preciso del loro lavoro, i delegati hanno manifestato il desiderio di ascoltare l’opinione del loro nuovo superiore generale.