Sabato 15 ottobre alle 10.30, nella Chiesa del Gesù, il neo eletto preposito generale della Compagnia di Gesù ha presieduto la celebrazione eucaristica di ringraziamento il giorno dopo la sua elezione.
Nella sua breve omelia, p. Sosa ha toccato numerosi punti.
Ha esordito riprendendo le parole del domenicano p. Bruno Cadorè che in occasione dell’apertura della 36ma congregazione generale aveva invitato la Compagnia ad assumere l’atteggiamento dell’”audacia dell’improbabile” per essere testimoni di fede nell’attuale panorama mondiale.
Si è poi soffermato sulla custodia del Corpo apostolico della Compagnia, citando le parole di Ignazio: “la Compagnia non è stata istituita con mezzi umani, non può conservarsi né svilupparsi con essi, bensì con la mano onnipotente di Cristo Dio e Signor Nostro, in Lui solo è necessario riporre la speranza”. E ha poi ricordato quanto il custodire il corpo della Compagnia sia “strettamente legato alla profondità della vita spirituale di ciascuno dei suoi membri e delle comunità nelle quali condividiamo la vita e missione con i compagni”. Dunque un invito ai gesuiti a coltivare una vita spirituale attiva senza però dimenticare che “allo stesso tempo ci vuole una straordinaria profondità intellettuale per pensare creativamente i modi attraverso i quali il nostro servizio alla missione del Cristo Gesù può essere più efficace, nella tensione creativa del magis ignaziano”.
La dimensione interiore è necessario rimanga connessa con quella intellettuale: “per capire in profondità il momento della storia umana che viviamo e contribuire alla ricerca di alternative per superare la povertà, la ineguaglianza e la oppressione. Pensare per non smettere di proporre le domande pertinenti alla teologia e approfondire la comprensione della fede che chiediamo al Signore di aumentare in noi”.
Un altro tema di fondo toccato da p. Sosa è stato quello della giustizia: “vogliamo anche noi contribuire a quanto oggi sembra impossibile: una Umanità riconciliata nella giustizia, che vive in pace in una casa comune ben curata, dove c’è posto per tutti quanti perché ci riconosciamo fratelli e sorelle, figli e figlie dello stesso e unico Padre”.
P. Sosa ha poi speso una parola sulla collaborazione: “Vogliamo collaborare generosamente con altri, dentro e fuori dalla Chiesa, nella consapevolezza, proveniente dall’esperienza di Dio, di essere chiamati alla missione del Cristo Gesù, che non ci appartiene in esclusività, ma che condividiamo con tanti uomini e donne consacrati al servizio degli altri.”
E ha collegato la collaborazione con le vocazioni: “Nel cammino della collaborazione, con la grazia di Dio, troveremo anche nuovi compagni per aumentare anche il numero, sempre minimo per grande che sia, dei collaboratori con gli altri invitati a far parte di questo corpo. Non c’è nessun dubbio circa il bisogno di aumentare la nostra preghiera e il nostro lavoro per le vocazioni alla Compagnia e di continuare il complesso impegno di offrire la formazione che faccia di loro dei veri gesuiti, membri di questo corpo multiculturale chiamato a testimoniare la ricchezza della interculturalità come volto dell’umanità, creata a immagine e somiglianza di Dio”.
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Sull’altare della Chiesa del Gesù, in questi giorni è esposta l’Arca delle reliquie, un’opera da poco realizzata dall’artista Ernesto Lamagna, scultore italiano di fama internazionale. L’arca raduna le reliquie dei santi e beati della Compagnia che erano custodite nella Chiesa del Gesù allo scopo di esporle degnamente al culto dei fedeli, ma soprattutto per sottolineare l’unità del corpo della Compagnia.
Qui trovi il testo integrale dell’omelia.
Qui trovi maggiori informazioni sull’arca:
Roma. Benedetta al Gesù l’Arca delle reliquie dei santi e beati della Compagnia
Per una prima biografia su p. Arturo Sosa SJ:
Padre Arturo Sosa Sj, 31° superiore generale della Compagnia di Gesù