Nella 36ª congregazione generale ci sono alcuni nuovi sviluppi che derivano dall’esperienza delle ultime congregazioni. Per esempio, la relazione sullo “stato della Compagnia” (De Statu) sarà pronto prima dell’inizio della congregazione generale per consentire una formulazione più serena e riflessiva. Inoltre, il precedente lavoro fatto da altre commissioni su vari argomenti saranno considerate parte della congregazione generale. Infine, per la prima volta sei fratelli gesuiti parteciperanno in veste di elettori con diritto di voto per l’elezione del generale.
Per quanto riguarda gli argomenti che verranno trattati durante la congregazione, nella lettera di convocazione, p. Nicolás ha chiesto a ciascun gesuita di riflettere e fare discernimento sulle tre chiamate più importanti che il Signore fa alla Compagnia di oggi. Mi sembra che l’analisi di queste risposte potrebbe indicare alcuni temi importanti per la congregazione generale.
Penso che dovremmo anche tenere a mente il richiamo del Santo Padre ad andare alle frontiere e periferie del mondo, i problemi connessi con i migranti e i rifugiati, il giubileo della Misericordia, e il sinodo sulla famiglia. È importante ricordare che il ben noto decreto 4 della CG 32 sul servizio della fede e la promozione della giustizia ha ispirato il sinodo sulla Giustizia nel 1971-1972.
Un altro grande problema che ritengo debba essere affrontato è il cambiamento demografico nella Compagnia. Come accade nella Chiesa universale, il numero di giovani gesuiti cresce soprattutto in Asia (47%) e in Africa (20%), rimane più o meno lo stesso in America Latina (12%), e continua a diminuire in Europa ( 12%) e negli Stati Uniti (9%). Ciò significa che il 79% dei giovani gesuiti si trova nel Sud del mondo (Asia, Africa e America Latina), mentre solo il 21% si trova in Europa e negli Stati Uniti. La Compagnia del futuro, e con questo intendo nei prossimi dieci anni, mostrerà un volto diverso. Considerando che le posizioni chiave in molte istituzioni, come l’Università Gregoriana, sono state occupate dai gesuiti provenienti da Europa e Nord America, dobbiamo riflettere sulle conseguenze di questo cambiamento demografico in modo da non ritrovarci impreparati.
Questo post è un frammento di un’intervista al p. Orlando Torres pubblicato sull’ultimo numero della pubblicazione Università Gregoriana, disponibile in forma integrale qui.